PREV
Ho deciso, lascio tutto e parto
Bintou Niang vive a Thiaroye-sur-Mer, un piccolo villaggio di pescatori a est di Dakar, la capitale del Senegal. Ha 56 anni. È una mamma. Una mamma che probabilmente non vedrà più suo glio. Lui aveva 25 anni, faceva il pescatore, portava qualche soldo a casa, si prendeva cura della famiglia. È partito perché tutti gli amici lo avevano fatto. È partito perché l’Europa è un sogno da realizzare. È partito perché desiderava di più, di meglio. Voleva regalare un futuro alla sua mamma. Ma Bintou Niang non lo ha più visto. Lo aspetta, certo. Lo aspetta sempre. Come madre ha il dovere di farlo, dice. Ma dentro al suo cuore, quel cuore nascosto sotto al kaftano colorato che indossa, sa che non lo rivedrà più.
Ogni giorno, dall’Africa sub-sahariana, migliaia di ragazzi partono, abbandonando la famiglia, pronti ad attraversare il deserto e il mare per giungere in Europa. La storia di Bintou Niang è la storia di tante, tantissime mamme senegalesi, nigeriane, ghanesi, etiopi. Mamme ere, coraggiose e bellissime. Mamme che nascondono le lacrime. Che non perdono la speranza. Che non dovrebbero vedere i propri gli costretti a partire. Che meritano di riabbracciarli.
Iniziamo dalle definizioni:
Migrante agg. [part. pres. di migrare]. Che migra, che si sposta verso nuove sedi: popoli, gruppi etnici m.; animali, uccelli migranti. (Dal Dizionario Trecani)
Migrazione internazionale: quando una persona cambia il proprio paese di residenza abituale per un periodo di almeno 12 mesi, cioè quando una persona si sposta in un altro paese per risiedervi per almeno 12 mesi. (Definizione delle Nazioni Unite)
